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ACHILLE FUNI

Achille Funi

(Italian, 1890-1972)

ACHILLE FUNI
(Ferrara 1890 ~ Appiano Gentile 1972)

Conseguito il diploma nel 1910 presso l'Accademia di Belle Arti di Brera (dove poi insegnò dal 1939 al 1960), nel 1914 aderisce al movimento futurista. “Preso dal bisogno di ritrovare quei valori plastici e ritmici che la pittura dell'ultimo Ottocento aveva del tutto perduti” (Autopresentazione, Prima Quadriennale…), ed elabora una sua particolare forma di futurismo che nella scomposizione delle forme e dei volumi si apparenta per certi versi al dinamismo di Boccioni. Sue nove opere vengono esposte alla mostra di Nuove Tendenze, tenutasi presso la Famiglia Artistica di Milano nel 1914. Promosso dal pittore e critico Ugo Nebbia, il sodalizio vorrebbe offrire una versione ammorbidita dei fermenti futuristi ma si risolve in realtà in un coagulo di artisti fra loro poco omogenei.
Funi mantiene comunque una certa distanza dal movimento: l'interesse per le forme piene, tipiche del Cézanne riletto da Picasso, lo attrae assai più del vorticoso dinamismo marinettiano, tanto che Boccioni scrive che, nonostante le apparenze, rimane profondamente realista. Ma Funi continua a ritrovarsi nel gruppo marinettiano fino allo scoppio della Grande Guerra, arruolandosi anch’egli nel battaglione Lombardo Volontari Ciclisti.
Tornato finalmente a Milano trova che la situazione è profondamente mutata: molti dei suoi amici sono morti in guerra o per la terribile epidemia di spagnola e si accorge che il clan marinettiano ha innestato il proprio impeto rivoluzionario in un contesto maggiormente attento al dato politico. Dai Fasci Futuristi ai Fasci di Combattimento il passo è breve. Funi aderisce così nel marzo 1919 alla famosa riunione in Piazza San Sepolcro a Milano, che costituisce la fondazione del fascismo. Ma anche in questo secondo Futurismo Funi è un eterodosso: le opere dell'epoca mostrano un'attenzione per robusti valori formali, che discendono più dal cubismo sintetico o dalla metafisica casoratiana, che dal dinamismo futurista o dal cromatismo fauve (elementi che comunque sono rintracciabili nelle sue opere).
Nel 1923 per iniziativa di Margherita Sarfatti e Lino Pesaro nasce il gruppo di Novecento e Funi è tra i fondatori insieme a Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Mario Sironi, Ubaldo Oppi, Emilio Malerba e Pietro Marussig. La linea teorica del gruppo si orienta verso un recupero della tradizione classica italiana rivisitata alla luce delle esperienze delle avanguardie degli inizi del secolo. Le sue figure femminili, le nature morte, i ritratti, al di là dell'esplicita ispirazione neoclassicistica, stabiliscono un'eclettica gamma di riferimenti culturali, in parte connessi alla tradizione artistica ferrarese. L'interesse per la figura come fulcro ideale e soggetto principale dell'opera è  la caratteristica principale del classicismo degli anni venti.
Importante la sua opera di frescante e di mosaicista (decorazioni ad affresco per le Triennali di Milano dal 1930 al 1940; affreschi nella chiesa del Cristo Re a Roma, in S. Giorgio Maggiore e nel Palazzo di Giustizia a Milano; grande mosaico nella basilica di S.Pietro a Roma). Nel 1939 ottiene una cattedra di pittura e poi di affresco (istituita appositamente) all’Accademia di Brera, dove insegna per anni, avendo tra i suoi allievi artisti come Morlotti, Ajmone, Adami, Alik Cavaliere, Gianni Colombo e molti altri poi nel 1945 ottiene una cattedra anche alla Carrara di Bergamo (delle due scuole diventa in seguito direttore). Suoi affreschi importanti sono a Ferrara (Palazzo Comunale), in S. Giorgio a Milano, nella chiesa di Cristo Re a Roma, in S. Francesco a Tripoli e in molti altri luoghi.